Annapoli - Prima era il tempo del collettivo
CleaNAP composto da giovani hipster non ancora venuti in contatto con il vero mondo del lavoro poi a Natale ci è stato servito un improponibile "
Natale Ha Napoli" quindi
EcologicaMente, un'iniziativa generica sull'ecologia, una da sparare a cazzo di cane ogni tot per stare a posto con la coscienza in una città che ha fatto della munnezza il proprio cavallo di battaglia. Toccati dalla crisi, poi,
Benzi-Na ci sembra ok per conoscere il prezzo più basso del carburante in città. Ma vabbé, tanto è sempre allungata con l'acqua.
Questo basta ai creativi del comune di Annapoli. Giochi di parole, solo quelli. Stupidi e infantili giochi di parole destrorsi, verticali, piatti e telefonati. A questo si riduce la comunicazione della nostra città. A questo punto prendete delle liceali (si, femmine) della periferia degradata di Annapoli, no? Che geni, tutto il mondo ce li invidia quei cinquantenni brizzolati con le iniziali sulla camicia e giacche in frescolana. Ma non è finita: il Maggio dei monumenti diventa
(O)Maggio dei Monumenti, uhhhh siete troppo forti. Per non parlare del
lungomare liberato, roBB che pure Tasso come l'ha sentito ha jastemmato tutti i morti. Non tralasciamo nemmeno la mostra su Diabolik, chiamata "
Diabolikamente".
"we got degli assi con gli avverbi, over here!" (*voce dal megafono).
Se dormite con
la zizza in bocca ve lo diciamo noi: è il cartello dei media napulitani a dettare la comunicazione in quel di Annapoli. Voi non ci pensate ma è importante. Voi non è che dovete pensare solamene agli scippi, alle rapine, ai disservizi, all'androide-pensiero, alla munnezza, alle zoccole nere che vi attraversano la strada, ai neomelodici che in una serata guadagnano a nero quello che voi guadagnate in 4 mesi lavorando onestamente, alla camorra che regna incontrastata anche perché potete fare due cose:
A)combattere ingiustizie e soprusi a suon di
aquiloni e
frasi sceme oppure
B)ripararvi dietro il paravento del "Bruxelles è più pericolosa di Annapoli" quindi figuratevi quei poveri
bruxellois voilà pourquoi che cazzo devono subire ogni giorno tra tolleranza, integrazione, civiltà, multiculturalità, aria europea data non solo dal fatto di essere la sede dell'Istituzione europea per antonomasia, frites fritte direttamente nel grasso e non nell'olio servite nei tipici cuoppi di carta per frittura (e non carta di quotidiano, altamente tossica), biciclette in ogni dove pure con i carrelli a mo' di rimorchio per portarci i figli piccerilli e/o i cani, gay che non vengono presi per il culo e picchiati da androidi sugli scooter, avere la possibilità di comperare maschere raffiguranti cliché sugli ebrei e altri mostri (non che gli ebrei siano mostri, fiùùù), modelle teen che entrano e comprano innocenti parrucche dai colori sgargianti per chissà quale festa tutto sesso e droga, manifestanti che sfilano per i diritti della Palestina e ti regalano una delle loro Tee prestando orecchio a quello che dici perché gli interessa, insomma una città pericolosissima e del cazzo, sopratutto. Tutto questo senza il timore di venire uccisi per 10 euro e senza le convenzioni e i riti tipici di
autoctoni ingessati in un cazzo di vocabolo studiato a tavolino da "quelli che decidono come si chiamano le cose in città": Movida. Perché? Perché? Perché "movida napoletana"? Perché Annapoli non si sfrutta il bancone, l'abbiamo sempre detto e lo ribadiamo. Certo, lo sappiamo, Annapoli il bancone nessuno se lo incula perché non fa movida. Nei pub "finti irlandesi" (su questo argomento ci si potrebbe scrivere un cazzo di libro) che servono pizze, spaghetti e crocché alla sfaccimma il bancone è usato solo dai camerieri per posarci orrendissimi e stonatissimi vassoi brandizzati "caffé Toraldo by camorra" con il fine di metterci dentro tristissime porzioni di patatine fritte con sopra le bandierine dei paesi fatte con stuzzicadenti (huuu). Insomma, Annapoli il bancone è un'appendice della cucina.
In città nessuno se ne fotte, eppure è strategico: al bancone puoi chiacchierare con la barista bona o con la tua vicina di sgabello, puoi indossare la t-shirt che hai portato tutto il giorno, osservare il locale da posizione privilegiata invece di startene seduto al tavolo manco fossi in un ristorante. Quindi
Annapoli è una città del cazzo, l'equazione vien da sola.
Il bancone non è movida perché movida significa uscire con la camicia color pastello, il mocassino di Farinelli, il cocktail con il mignolo alzato e ristoranti
pseudo-design-cattedrali-nel-deserto in quel di Gomorra che tanto da mangiare vi danno crostini comprati da Lidl con formaggio "fine"
alla sintesi d'aglio e altre erbe. Questo spesso avviene a causa della perenne ed inesorabile
assenza di passione da parte dei gestori androidi. Vabbuo' noi sappiamo che siete comunque felici perché nella vostra
quotidianità di merda pure il cesso dentro cui si cala
Mark Renton vi fa "un'uscita divertente" e di conseguenza non vi fate domande.
Questo è il nostro piacere.
I giornalisti androidi hanno stabilito che Annapoli "si fa" la movida. Quindi continuate
a fotografare con simpatiche mimiche facciali bandite dall'antica Grecia
sushi e sashimi nei vostri piatti. Poi ci si mette pure il comune di Annapoli a standardizzarla, 'sta mirabolante nightlife convenzionale androide (
sindrome dell'inglese bucchinaro, ricordate? Ne parlammo tempo fa).
La movida è contenuta nella
City, lo sapete? Siiiii! Anche la
NMC tiene una City: questo termine è stato coniato dai
giuNNalisti del Mattino complessati per sfuggire alla grama vita di chi deve scrivere di uccisioni e altra merda in quel di una città perduta, leggi anche
"diamoci l'obiettivo di inseguire città più bucchinare della nostra, l'amore platonico non è peccato".
Fate il cazzo che volete ma non dite che non ve l'abbiamo detto.
Etichette: comune di napoli, giornalisti de il mattino ignoranti, giornalisti de il mattino schiavi, i maestri della comunicazione, movida Annapoli, siamo i maestri della comunicazione, teoria del bancone
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ué lascia pure un commento e spera che non se lo fottano