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un blog di sfaccimma

20.5.19

 

I nuovi sicari tengono la merda n'capa e non sono buoni a sparare

Annapoli - Come si spiega questa nuova violenza a napoli? Basta con le solite stese e i monotoni spari in aria che non spaventano proprio a nisciuno. Come diceva quella che ha chiavato con Mark Renton "il mondo sta cambiando, la musica sta cambiando, le droghe stanno cambiando, perfino gli uomini e le donne stanno cambiando". Questa frase si puo' declinare un poco come cazzo vi pare.

Largo ai giovani
Mentre i giuvinastri di una volta ti facevano la rapina per fotterti il cellulare e quaranta mila lire oggi preferiscono affiliarsi e diventare soldati dei vari clan con le responsabilità e i compiti che ne conseguono. Clan che nel frattempo si sono moltiplicati, nati dal buco del culo di altri, appendici di un grande corpo malato che genera o meglio vuommeca senza sosta gruppi criminali dai nomi più o meno fantasiosi che assumigliano molto alle bande di nemici di Ken Shiro con a capo uno che tiene un minimo di personalità e gusto nel vestire. Di conseguenza rapine e atti di microcriminalità sembrano essere diminuiti. Reati mutuati dagli sbandati che affollano quartieri di merda come ad esempio il Vasto, l'Arenaccia e Poggi Poggi che i vari governi a partire da quell'uomo di merda di Berlusconi non hanno mai provveduto a regolarizzare per creare quindi risorse, forza lavoro, economia e tutti i morti scavati di chi l'muort. 

i cammurristi si assumigliano tutti

Non sanno sparare

Cosa otteniamo da clan composti da giovanissimi esaltati pieni di cocaina e con la merda in testa?
Si spara di più, male e dappertutto.
Da qualche tempo si spara davanti alle scuole elementari, in mezzo alla folla e alle mamme coi bambini, si colpiscono criaturi che quasi ci appizzano la pelle. I nuovi sicari sono dei pesci di cannuccia abbuffati di cucaina e, cosa più importante, non sono buoni a sparare. E questo è un fattore importante.  Danno per scontato che, come dentro ai film, una pallottola arrivi a destinazione e cioé a bucare il corpo della vittima designata, uccidendola.

Secondo noi che siamo scemi
Assisteremo ad un'impennata di questi piezzi fatti male e qualche innocente ci appizzerà la pelle.
Non molto tempo fa una povera maronna è stata colpita da una pallottola vagante ma la cosa non ha fatto notizia perché l'innocente era solo una stupida immigrata. Ne abbiamo scritto qui. Dagli organi di stampa un articoletto di merda giusto per fare numero per il cartellino da pubblicista per gli stagisti non retribuiti "trafugati in volto" scritto da Melina Chiapparino. Nessun allucco di allarme, nessuna indignazione. "Circolare non c'è niente da vedere", zitt zitt che non se n'è accorto nessuno.

Tienimi 'ca te tengo
L'aumento di questi piezzi fatti a'vienetenne sembra inevitabile poiché non possono esistere equilibri tra decine e decine di clan di giovani strunz con la merda in testa, vicini di casa che si spartiscono lembi di strade e marciapiedi: nessuna coabitazione, nessuna pax tra paranoici di sfaccimma. Questi sparano per una parola ngoppa ai social, per uno schizzo di sciampagn' finito sulla camicia di un affiliato, per questioni sentimentali. Insomma, stanno tutti coi nervi sHcupierti pronti a premere il grilletto e poco se ne fottono se per farlo devono entrare dentro a un ospedale tra medici, infermieri e guardie giurate con il caccone nella mutanda.

E no, non rimpiangiamo la "vecchia camorra" come il cardinale Sepe e altri dinosauri. Stiamo vivendo esattamente lo stesso clima di quando eravamo piccerilli. Quando cioé la percezione di sopraffazione e camorra era comunque forte: un bancariello dei contrabbandieri "Misto 3x100"ogni 100 metri, fiumi di eroina e tossici con la siringa azzeppata dentro al 'raccio ad ogni angolo (un poco quello che avviene oggi a San Francisco e su su fino a Vancouver, che cazzo vi pensate?). Poi c'erano i reati indotti dall'eroina: rapine, furti, scippi, tappeti di aghi, limoni e cucchiai, macchine arrubbate, autoradio cascioni Pioneer sotto al braccio e vetri rotti di Alfa 33 ma questa è un'altra storia.

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