Annapoli - Come volevasi dimostrare:
nisciuno se ne fotte. Per i giornalisti indigeni sono più importanti le
disavventure di Veronica Maya alle prese con i rumori molesti dentro o'palazzo. Eh già, il singalese
morto suicida perché braccato dalla camorra appare cosa da poco.
Ch ce ne fott.
Diciamo
che nessuno se ne fotte perché la posizione delle notizie sui
quotidiani online indigeni è una vera e propria cartina al tornasole
dello stato d'animo generale. Come riferimento ci serviamo dei
quotidiani online perché vengono aggiornati in tempo reale. L'ordine
delle notizie, insomma, rispecchia la
società di sfaccimma in
cui viviamo. Diciamo subito che sul Mattino on line la notizia è già
sparita! Non ci sta proprio. Sul Corriere del Mezzogiorno si trova a
fondo pagina. Sempre sul Corriere Veronica Maya è salda in terza
posizione: puo' lottare per i play-off.
Che poi si sa: lo sdegno e la rabbia che accompagnano notizie clamorose
esplodono rumorosissime in città. Adesso questa esplosione non c'è
stata. Ma noi pensiamo di avere una sHpiegazione: in pratica dentro al cervello cancrenoso e putrefatto dell'androide medio
quello
si è dato la morte, mica è stato ucciso in un agguato con dieci botte in
fronte?
Il problema è tutto li.
La pietà del popolino straccione che si masturba sulla sciorda di Erri De Luca è direttamente proporzionale al modo in cui uno muore.
Per il popolino straccione di sfaccimma è troppo complicato nonché
stancante trovare le ragioni che hanno spinto il puveriello in questione a suicidarsi. Gli androidi si fermano al proiettile vagante che uccide uno che passa di là. Per carità, non facciamo mica la classifica di chi è "più morto" (non siamo per fortuna i giornalisti d'o Matin!).
Vogliamo solo illustrare il raggio d'azione entro il quale si muove la compassione androide. Tutto qui. Diciamo che il popolino si presta a piangere di più e/o con più intensità la morte dell'innocente per antonomasia. Quella morte per niente complicata, semplice, senza tornanti impegnativi.
Una
morte ninodangelesca: il buonissimo protagonista con in mano i fiori per la fidanzata (magari il giorno dell'anniversario) colpito a morte -per caso- dai cattivissimi banditi. In questo caso, quindi,
entrano in campo le prefiche nostrane.
E giù fiumi di inchiostro di giornalisti schiavi incazzati, interviste "tra la gente", nei bar, in mezzo alla via. Il cardinale accocchia due parole da nGopp' all'altare, gruppi su facebook ricordano il morto in questione con improbabili fotomontaggi, struggenti melodie al pianoforte e frasi da diabete fulminante, appositi hasthag su twitter diventano trend in italia, il ministro esprime sdegno, il presidente della repubblica ammonisce qualcuno e/o qualcosa, alcuni posti di blocco, il sindaco gioca con gli aquiloni sul
lungomareliberato.
Tra sei mesi gli assassini verrano presi a causa di una stronzata commessa da uno di loro ma intanto ce ne saranno degli altri, sempre. Il virus resiste a tutto.
*riversate
Etichette: camorra, comunità cingalese di napoli, erri de luca, giornalisti de il mattino schiavi, LoviGGino, popolino straccione, prefiche siciliane, teoria della morte ninodangelesca, usura napoli
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