MDG

un blog di sfaccimma

1.12.12

 

Dentro ai vostri morti scavati: nessuno se ne fotte del commerciante singalese suicida per aver denunciato la camorra. Fosse stato un napulitano, ci giochiamo le palle, orde di prefiche si sarebbero riverside* in strada toccando le corde più profonde delle anime dei morti di chi v'è muorto per almeno 7 minuti. E poi un giornalista avrebbe trovato interessante fare un servizio ad hoc per "la vita in diretta" sulla figura di queste donne pagate per piangere ai funerali solo per attecchire sulle massaie che lo ricordiamo, Annapoli sono molto vicine alla figura delle prefiche sicule non solo nell'animo ma anche nel fisico + teoria della morte ninodangelesca

Annapoli - Come volevasi dimostrare: nisciuno se ne fotte. Per i giornalisti indigeni sono più importanti le disavventure di Veronica Maya alle prese con i rumori molesti dentro o'palazzo. Eh già, il singalese morto suicida perché braccato dalla camorra appare cosa da poco. Ch ce ne fott.

Diciamo che nessuno se ne fotte perché la posizione delle notizie sui quotidiani online indigeni è una vera e propria cartina al tornasole dello stato d'animo generale. Come riferimento ci serviamo dei quotidiani online perché vengono aggiornati in tempo reale. L'ordine delle notizie, insomma, rispecchia la società di sfaccimma in cui viviamo. Diciamo subito che sul Mattino on line la notizia è già sparita! Non ci sta proprio. Sul Corriere del Mezzogiorno si trova a fondo pagina. Sempre sul Corriere Veronica Maya è salda in terza posizione: puo' lottare per i play-off.

Che poi si sa: lo sdegno e la rabbia che accompagnano notizie clamorose esplodono rumorosissime in città. Adesso questa esplosione non c'è stata. Ma noi pensiamo di avere una sHpiegazione: in pratica dentro al cervello cancrenoso e putrefatto dell'androide medio quello si è dato la morte, mica è stato ucciso in un agguato con dieci botte in fronte? Il problema è tutto li. La pietà del popolino straccione che si masturba sulla sciorda di Erri De Luca è direttamente proporzionale al modo in cui uno muore.

Per il popolino straccione di sfaccimma è troppo complicato nonché stancante trovare le ragioni che hanno spinto il puveriello in questione a suicidarsi. Gli androidi si fermano al proiettile vagante che uccide uno che passa di là. Per carità, non facciamo mica la classifica di chi è "più morto" (non siamo per fortuna i giornalisti d'o Matin!). Vogliamo solo illustrare il raggio d'azione entro il quale si muove la compassione androide. Tutto qui. Diciamo che il popolino si presta a piangere di più e/o con più intensità la morte dell'innocente per antonomasia. Quella morte per niente complicata, semplice, senza tornanti impegnativi.

Una morte ninodangelesca: il buonissimo protagonista con in mano i fiori per la fidanzata (magari il giorno dell'anniversario) colpito a morte -per caso-  dai cattivissimi banditi. In questo caso, quindi, entrano in campo le prefiche nostrane.
E giù fiumi di inchiostro di giornalisti schiavi incazzati, interviste "tra la gente", nei bar, in mezzo alla via. Il cardinale accocchia due parole da nGopp' all'altare, gruppi su facebook ricordano il morto in questione con improbabili fotomontaggi, struggenti melodie al pianoforte e frasi da diabete fulminante, appositi hasthag su twitter diventano trend in italia, il ministro esprime sdegno, il presidente della repubblica ammonisce qualcuno e/o qualcosa, alcuni posti di blocco, il sindaco gioca con gli aquiloni sul lungomareliberato.
Tra sei mesi gli assassini verrano presi a causa di una stronzata commessa da uno di loro ma intanto ce ne saranno degli altri, sempre. Il virus resiste a tutto.

 *riversate

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