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un blog di sfaccimma

21.2.11

Vittorio Arena canta il disagio del popolino pezzente in un mix di demagogia e frasi fatte con vocalizzi da cantante neomelodico old school a tratti da festa dei gigli e con un certo aplomb imputabile senza dubbio alla timidezza in "Cull'Euro"

In questo brano del cazzo che nessuno rimpiangerà il simpatico Vittorio Arena veste i panni del paladino nazionalpopolare in una personale (nonchè ennesima) crociata contro l'Euro. Impossibile quindi non incappare nei soliti "Costa tutto di più" "dobbiamo solo andare a rubare" "i prezzi sono raddoppiati" e altre nenie scassacazzo tipiche di una razza che ha fatto della lamentela la propria ragione di vita.

Un classico: la colpa non è mia! Ho il diritto di fare la ricotta tutto il giorno! Chi sfaccimma ha detto che per il sostentamento mio e della mia famiglia devo lavorare? A pagare le bollette del resto"poi Ddije ce' penz"(altro slogan marchiato a fuoco nella materia grigia degli alieni).

Malgrado i piagnistei da capinera sicilianuozza l'Arena non se la passa poi cosi male: in cucina le maioliche amalfitane noi non ce l'avimme. E' pur vero che il pane pero' lo compriamo in un panificio legale, mica al bancariello selvaggio gestito dall'ambulante di giorno e tossico di notte in mezzo all'oasi del buon pastore?

Simpatico infine il teatrino straccione dei commercianti quando gli ricordano come in un incubo dal quale è impossibile svegliarsi"Vittoo' cull'euro nun se po' campààà 'cchiù"